

Kit PRP commerciali e risultati terapeutici: facciamo il punto
In un precedente articolo avevamo messo in evidenza la variabilità dei risultati ottenuti con diversi kit di preparazione di PRP, valutando uno studio fatto sulla bibliografia presente.
Gli studi sul PRP ottenuto attraverso kit di concentrazione del sangue, sono numerosi, soprattutto per quanto concerne l’utilizzo in medicina umana.
Questi hanno messo in evidenza le differenti caratteristiche dei PRP ottenuti con i diversi sistemi e hanno rivelato un’ampia variabilità nelle concentrazioni di fattori di crescita, piastrine e leucociti contenuti al loro interno.
Kit PRP e risultati terapeutici.
Questa considerazione è importante soprattutto quando si valutano i risultati di studi che vogliono dimostrare gli effetti terapeutici del PRP.
I risultati ottenuti con l’utilizzo di un kit non possono essere riferiti a tutti i kit in commercio, ma solo per quel determinato kit.
Inoltre, il risultato terapeutico può essere oggetto di valutazione solo se è stata preventivamente fatta una conta cellulare che indichi la concentrazione piastrinica del PRP somministrato.
Senza questa preliminare osservazione, è impossibile dire cosa si è utilizzato.
E’ importante sapere che non esiste un PRP standard che sia applicabile in tutte le condizioni patologiche e che funzioni in tutte le necessità terapeutiche, per cui un preparato ottenuto con un determinato metodo, che è stato efficace in un soggetto con una determinata patologia non è detto che fornisca lo stesso risultato per altro soggetto o situazione patologica.
Da ciò si può dedurre che molti studi debbano ancora essere effettuati al fine di definire il vantaggio o svantaggio di un preparato rispetto ad un altro in medicina umana.
Ma se la questione è ancora aperta nell’uomo, non lo è meno in medicina veterinaria, dove molte aziende promuovono l’utilizzo di kit ad uso umano, convertito per uso canino.
Sono pochi gli studi che hanno definito le caratteristiche ottenute dalla lavorazione attraverso i kit e discordanti i risultati.
- Uno ha messo in evidenza come, un sistema basato sulla filtrazione, fosse in grado di concentrare le piastrine 3 volte rispetto al sangue intero, ma che anche la concentrazione di leucociti fosse aumentata. [2]
- Un altro studio [3] mostra come un metodo basato sulla concentrazione con centrifuga fosse in grado di aumentare di 6 volte le piastrine, ma non è stata valutata la quantità di leucociti.
Ma attenzione: questo stesso kit riusciva a concentrare il sangue umano due volte rispetto al sangue intero. [4]
Da questa osservazione si può anche desumere che i dati ottenuti sul sangue umano non possono essere ritenuti validi anche per quello canino.
Detto questo, è necessario riflettere su un altro aspetto: quanto possono essere probanti gli studi effettuati sull’efficacia terapeutica del PRP ottenuti con Kit commerciali?
Questi studi hanno valutato la qualità del concentrato ottenuto, prima che venisse somministrato?
La maggiorparte degli studi presenti in bibliografia non hanno fatto questa valutazione preliminare.
Ad esempio.
Uno studio [5] ha valutato la guarigione dell’osso ulnare con una lesione indotta.
I cani venivano sottoposti a trattamento con gel piastrinico ottenuto con granuli di fosfato di calcio aggiunti a PRP proveniente da un Kit commerciale e, come controllo, solo granuli di fosfato di calcio.
I due gruppi non hanno mostrato alcuna differenza nella rigenerazione ossea.
Non è dato però di sapere la qualità del PRP utilizzato, perché, nonostante lo studio citi altre sperimentazioni che hanno utilizzato lo stesso metodo di preparazione, anche in essi nessun dato è presente sulla qualità del PRP ottenuto.
Non si conoscono cioè le concentrazioni di piastrine, leucociti, fattori di crescita ed eritrociti presenti al loro interno.
In pratica non si sa cosa si è utilizzato.
Inoltre, è fondamentale comprendere e tenere in considerazione il fatto che i risultati ottenuti su sangue umano non sono validi e trasferibili su quello animale, di conseguenza tutte le sperimentazioni fatte partendo da questo assunto non hanno validità alcuna.
Ecco perché è così importante comprendere la qualità dei prodotti ottenuti con i diversi metodi di concentrazione del sangue canino.
Studio su 5 kit di preparazione commerciale del PRP
Questo studio valuta la qualità dei PRP ottenuti da 5 kit di preparazione commerciale che utilizzano metodi diversi di concentrazione e registrati per l’utilizzo sul sangue canino.
4 kit utilizzano un metodo di centrifugazione per la concentrazione, mentre uno ottiene il PRP attraverso filtrazione.
I cani utilizzati sono 15, tutti sani, il cui sangue è stato preventivamente valutato nelle qualità dei componenti cellulari.
Sono stati preparati i PRP seguendo le indicazioni delle case produttrici.
Solo in un caso è stato utilizzato un metodo di centrifugazione diverso (Kit 2) da quello indicato dalla ditta.
Valutazione dei risultati
I 5 sistemi di preparazione differiscono in modo sostanziale non solo sulla capacità di concentrazione cellulare, ma anche sulla quantità di preparato ottenuto, in base alla quantità di sangue processato.
In particolare, quest’ultimo dato varia da 9 ml a 55 ml.
La quantità di PRP ottenuto varia dai 2,9 ml a 6,2 ml.
Concentrazione piastrinica: valori molto variabili
La variabilità della concentrazione piastrinica ottenuta dai diversi sistemi è notevole, nonostante sia stata consistente la loro capacità di farlo.
Ciononostante:
il sistema 1 non è stato in grado di concentrare le piastrine; anzi la quantità finale è risultata inferiore rispetto al sangue intero.
Questo preparato, quindi, non può essere considerato un concentrato ricco di piastrine.
Ma non sempre un’alta concentrazione di piastrine assume il significato di alta qualità del PRP.
Se è infatti vero che molte piastrine significano un’alta concentrazione di fattori di crescita, allo stesso modo potrebbero essere indicativi anche di un’alta quantità di fattori proinfiammatori, come le citochine.
Ne è la riprova uno studio [6] che ha messo in evidenza come (in vitro) la produzione di collagene è ridotta da un PRP con una maggior concentrazione piastrinica e ridotta quantità di leucociti.
Altri studi hanno messo in evidenza come, sui topi, una maggior concentrazione piastrinica riduca l’osteoinduzione, con demineralizzazione della matrice ossea.
Ma sono molte le osservazioni in merito al fatto che non esista una risposta biologica lineare e dose-dipendente alla concentrazione piastrinica.
In sintesi, quindi, non è un assunto quello per cui una alta concentrazione di piastrine significhi anche alta capacità terapeutica di un PRP [7].
Concentrazione leucocitaria.
Anche questo dato ha ottenuto risultati piuttosto variabili.
- 2 kit hanno aumentato la quantità rispetto al sangue intero,
- 1 kit non l’ha modificata,
- 2 ne hanno ridotto la quantità.
Il rapporto piastrine/leucociti ha ottenuto una variabilità altissima: da 23 a 820.