Gel piastrinico: una cura per le piaghe nel cane
Tra le terapie rigenerative, il concentrato piastrinico è quello maggiormente utilizzato.
In questo articolo vorrei riportarti i risultati di uno studio effettuato per dimostrare l’efficacia del gel piastrinico nel trattamento delle piaghe da decubito nel cane. (n.b.: parliamo di piaghe da decubito, terminologia comunemente utilizzata, anche se il termine corretto sarebbe ulcere)
Contenuti
- 1 Piaghe da decubito nel cane. Di cosa si tratta?
- 1.1
- 1.2 Come prevenire le piaghe da decubito nel cane?
- 1.3 Come curare le piaghe da decubito?
- 1.4 Gel piastrinico e piaghe da decubito: lo studio prospettico.
- 1.5 Quali soggetti sono stati messi a confronto?
- 1.6 Gel Piastrinico (GP) su piaghe da decubito: cosa è successo?
- 1.7 Piaghe da decubito, ma perché si formano?
- 1.8 Gel Piastrinico (PG): ma cos’è?
- 1.9
- 1.10 Come agisce il gel piastrinico nella cura delle piaghe da decubito?
- 1.11
- 1.12 Applicazione di gel piastrinico nel cane con piaghe da decubito: il perché di certe scelte.
- 1.13
- 1.14 Gel piastrinico meglio piaghe recenti o più vecchie?
- 1.15 Conclusioni dello studio
- 1.16 Cellule staminali per lesioni della cartilagine articolare
- 1.17 Osteocondrite Dissecante nel cane: di cosa si tratta?
- 1.18 Staminali e Insufficienza renale acuta: un caso interessante
- 1.19 Insufficienza renale cronica nel cane e gatto
- 1.20 Miocardiopatia Dilatativa: una possibilità dalle terapie rigenerative?
- 1.21 Miocardiopatia dilatativa del cane. I segreti per scoprirla in tempo.
- 1.22 Dermatite atopica e staminali: può essere una soluzione?
- 1.23 Dermatite Atopica nel cane: tutto quello che c’è da sapere
- 1.24 IBD nel cane e cellule staminali: un percorso possibile?
Piaghe da decubito nel cane. Di cosa si tratta?
Tra le soluzioni di continuo cutanee del cane, le piaghe da decubito sono sicuramente quelle più complicate da trattare.
Si instaurano quando un paziente non ha la possibilità di muoversi e rimane quindi fermo nella stessa posizione per troppo tempo.
La pressione fissa sempre nello stesso punto provoca una diminuzione dell’afflusso di sangue in quel punto, instaurando di fatto i presupposti perché si verifichi la morte del tessuto (necrosi cutanea).
Analogamente a quanto accade negli uomini, la piaghe da decubito insorgono in animali molto debilitati, anziani, con gravi problemi di mobilità, defedati per malnutrizione o malattie metaboliche gravi in stato avanzato.
La complicazione più frequente in questi casi è la necrosi della cute, accompagnata da infezione sia superficiale sia dei piani sottostanti, spesso fino ad arrivare alle parti scheletriche.
La qualità di vita del cane in questa situazione è certamente pessima, aggravata anche dal dolore inteso nella parte malata.
Come prevenire le piaghe da decubito nel cane?
Se un animale, a causa della malattia, è costretto a rimanere coricato per molto tempo, è importante cercare di:
- cambiargli posizione molto spesso,
- utilizzare dei tappetini né troppo duri né troppo morbidi,
- utilizzare carrellini che facilitino la mobilità,
- pulire frequentemente (lavare e asciugare) il cane in caso di incontinenza,
- utilizzare una dieta altamente digeribile, in caso di denutrizione,
- cercare di ridurne il peso, se l’animale è sovrappeso.
Come curare le piaghe da decubito?
Oltre alla gestione del cane come indicato nella prevenzione, la terapia delle piaghe comprende l’utilizzo di pomate che hanno il compito di proteggere la parte e di stimolare la cicatrizzazione dei tessuti.
Non è facile raggiungere la guarigione di queste piaghe, a causa dello schiacciamento dei tessuti che impedisce al sangue di arrivare là dove ci sarebbe bisogno di attivare i processi riparativi.
Infatti, qui sta la differenza intima tra una piaga, che è una ferita non guarita immediatamente, ma con tendenza a guarire spontaneamente, rispetto all’ulcera che altro non è che una piaga, che però è sostenuta da cause intrinseche che ne ostacolano la normale guarigione.
E’ l’assenza di sangue ai tessuti, a causa dello schiacciamento della parte, il fattore che ostacola la riparazione che, quando avviene, è sempre un processo lento che necessita di cure costanti.
I trattamenti che più spesso vengono utilizzati sono creme o pomate a base di olii vegetali o di antibiotici, sia da soli che in combinazione, finalizzati soprattutto a ridurre la possibilità di infezione secondaria.
Molto spesso, però, i tessuti non reagiscono e la risposta alle terapie è molto limitata.
Gel piastrinico e piaghe da decubito: lo studio prospettico.
Questo studio ha valutato l’efficacia dell’applicazione di gel piastrinico su piaghe da decubito bilaterali.
Lo studio è stato fatto su 18 cani in cieco in cui il valutatore era ignaro del tipo di trattamento praticato in ciascuna lesione.
Quali soggetti sono stati messi a confronto?
E’ stata messa a confronto l’evoluzione dei processi riparativi delle piaghe.
In ogni animale un arto veniva trattato con gel piastrinico, mentre l’altro (gruppo di controllo) con medicazioni a base di paraffina, che è una terapia classica per queste lesioni.
Le piaghe da entrambi i lati venivano controllate ogni 5 giorni per un periodo massimo di 25 giorni.
I cani sono stati scelti, con caratteristiche precise:
- dovevano avere già subito trattamenti senza esito, per almeno 4 settimane,
- dovevano avere lesioni bilaterali a livello del grande trocantere oppure sulla punta della spalla.
Sono stati esclusi da questo studio cani con lesioni più recenti o in altra localizzazione.
Al controllo ogni 5 giorni, cioè ad ogni sostituzione della medicazione, veniva verificato:
- l’evoluzione dei processi di cicatrizzazione,
- estensione della piaga,
- la velocità di riepitelizzazione.
Al momento dell’ammissione nello studio venivano misurate, valutate ed annotate le caratteristiche delle piaghe in modo oggettivo, per confrontarle, poi, nei vari controlli.
Queste erano tipiche piaghe da decubito crateriformi, con ampia perdita di tessuto e danno sottocutaneo, compresa la compromissione della fascia muscolare profonda.
Erano presenti da un periodo che andava dalle 6 alle 52 settimane.
Inoltre venivano effettuati esami fisici completi ed esami ematologici.
Dei 18 cani, 8 maschi e 10 femmine, con un’età media di 7 anni ed un peso compreso tra i 12 e i 61 kg, nessuno aveva un profilo biochimico o ematologico anormale.
Cosa è uno studio prospettico in doppio cieco, random?
In questo tipo di studi, umani e animali, si mettono a paragone due gruppi (di pazienti o di patologie o di trattamento) scelti con caratteristiche precise.
In questo caso le lesioni da trattare vengono scelte random (in modo casuale, non seguendo una logica particolare, ad esempio per dimensione, estensione o gravità).
Il risultato del trattamento eseguito nel primo gruppo viene messo a confronto con le lesioni del secondo gruppo (gruppo di controllo), trattate con un farmaco di efficacia nota o con un palliativo (placebo).
Questo per scongiurare la possibilità che il risultato possa essere inficiato dal legittimo dubbio in cui, si potrebbe pensare che, anche senza farmaco, la lesione sarebbe potuta guarire.
Il valutatore del risultato non è a conoscenza se la lesione che sta analizzando è stata trattata con il farmaco che viene testato o con il farmaco usato come controllo, in modo che non possa subire alcuna influenza e possa esprimere una opinione oggettiva. (Metodo del doppio cieco).
Il termine “doppio cieco” si riferisce ad una caratteristica dello studio clinico in cui sia il valutatore che il paziente sono ignari dell’assegnazione al gruppo di studio, quindi sono entrambi ignari del tipo di trattamento.
Secondo il mio parere “doppio” non dovrebbe essere utilizzato in veterinaria, in quanto la consapevolezza dell’appartenenza ad un gruppo piuttosto che ad un altro non può essere attribuita o valutata negli animali, anche se, in realtà, in veterinaria gli studi in cieco sarebbero tutti in doppio cieco.
I trattamenti precedentemente effettuati, senza esito significativo erano stati i più disparati:
- collagenasi,
- soluzioni ipertoniche saline,
- miele,
- laser,
- paraffina,
- idrogel ed altri.
Il PRP utilizzato è stato ottenuto da un prelievo di sangue autologo (dello stesso soggetto), così come anche il fattore di coagulazione per attivare la formazione del Gel. (I dettagli sulla preparazione sono a disposizione dei soci RegenerAps. Per maggiori informazioni contatta lo staff da qui).
Gel Piastrinico (GP) su piaghe da decubito: cosa è successo?
I risultati ottenuti sono stati incoraggianti.
Dopo 5 giorni dal primo bendaggio è stato osservato un significativo incremento dei processi riparativi nelle piaghe trattate con GP e la riduzione media della superficie delle piaghe, al 25° giorno, era pari al 93.6 %.
Alla stessa data, la riduzione media della superficie delle piaghe nel gruppo di controllo era pari al 13.2 %.
Ma cerchiamo di capire perché il gel piastrinico ha potuto dare dei risultati così evidenti rispetto alla paraffina.
Piaghe da decubito, ma perché si formano?
La guarigione di una ferita avviene, normalmente in tre fasi:
- infiammatoria,
- proliferativa,
- di rimodellamento.
E’ un processo molto complesso, in cui interagiscono diverse componenti, compresi i così detti GFs (fattori di crescita, dall’inglese -Growth Factors-).
Nelle lesioni croniche questi fattori non funzionano in modo coerente in quanto è alterato il corretto succedersi degli eventi riparativi e la guarigione non riesce ad avvenire.
In particolare, nei decubiti lo schiacciamento di un tratto di cute tra una prominenza ossea e una superficie dura è la causa dell’ischemia locale (cioè un ridotto o assente apporto di sangue in quella zona).
La mancanza di sangue localmente rende difficile o impossibile la guarigione.
La fase infiammatoria molto prolungata, l’incapacità di produrre una giusta quantità di matrice extracellulare e quindi la mancata riepitelizzazione sono le caratteristiche delle piaghe da decubito.
In questi casi le terapie classiche, in genere, non funzionano in modo efficace.
Gel Piastrinico (PG): ma cos’è?
Il gel piastrinico (PG) è un preparato tridimensionale che può essere applicato sulla lesione che si ottiene attivando il PRP (Preparato Ricco di Piastrine), in modo da indurre i processi di coagulazione.
In genere è un prodotto autologo, cioè derivato dal sangue dello stesso animale (emocomponente autologo per uso non trasfusionale).
Fattori di Crescita (Growth Factor cosa sono?)
I Fattori di Crescita sono elementi (proteine) che si trovano all’interno delle piastrine e sono gli artefici di tutti gli effetti benefici che noi cerchiamo di ottenere con i concentrati piastrinici.
Sono in grado di controllare l’infiammazione del tessuto e di stimolare la generazione di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi) e di nuove cellule (mitogenesi).
Attraverso queste proprietà i Fattori di Crescita contenuti nelle piastrine favoriscono la guarigione dei tessuti danneggiati, come le piaghe da decubito.
Vengono indicati con acronimi: i principali sono il PDGF, il TGFß, il VEGF, l’IGF-1, l’EGF.
Oltre ai Fattori di Crescita, le piastrine contengono anche citochine e chemiochine, altre proteine che contribuiscono a stimolare la proliferazione e la maturazione cellulare e a regolare l’omeostasi tissutale (equilibrio normale dei tessuti).
I Fattori di Crescita, per potere agire, debbono essere liberati dalle piastrine attraverso un processo che si chiama “degranulazione” .
Una volta ottenuto il PRP, sia mediante centrifugazione che attraverso l’impiego di kit commerciali, da questo, introducendo un sale di calcio e/o la trombina autologa, si può ottenere il GEL, che avrà la forma del contenitore nel quale viene preparato (ad esempio, in una piastra Petri avrà forma di un disco).
Come agisce il gel piastrinico nella cura delle piaghe da decubito?
Il gel, applicato sulla lesione, agisce attraverso i fattori di crescita che si sono liberati durante la fase di attivazione delle piastrine, innescando la sequenza di fenomeni biologici che portano rapidamente alla guarigione della piaga.
Il ruolo cardine di questi fenomeni è dato dai fattori di crescita che si liberano dalle piastrine nel momento della loro attivazione.
I fattori di crescita coinvolti sono molti.
Questi:
- stimolano la formazione di nuovi vasi,
- faoriscono la produzione cellulare,
- richiamano altre cellule come i macrofagi,
- riducono l’infiammazione e
- stimolano la sintesi della matrice extra cellulare (ECM), proprio quella sostanza fondamentale che non riesce più a formarsi nelle piaghe.
Applicazione di gel piastrinico nel cane con piaghe da decubito: il perché di certe scelte.
Perché il Gel piastrinico?
Il Gel Piastrinico (PG) ha la capacità di stimolare e di accelerare la cicatrizzazione dei tessuti.
E’ possibile impiegare kit commerciali oppure preparare in modo autonomo il prodotto mediante una semplice procedura ambulatoriale con costi infinitamente inferiori.
La preparazione ambulatoriale è facile e veloce da ottenere; tuttavia, richiede una conoscenza specifica sulla procedura da attuare per ottenere un prodotto finale efficace e sicuro.
(Informazioni sui corsi di preparazione di un corretto PRP in Ambulatorio, le trovi qui).
Perché il sangue autologo?
L’impiego di sangue autologo, cioè del paziente medesimo, fa sì che la procedura non rientri nel regolamento dell’utilizzo di emoderivati per scopi trasfusionali, che deve rispettare particolari norme.
In realtà, è vero che solitamente per ricavare PRP o PG si utilizza sangue autologo, ma si potrebbe teoricamente ricavare anche da sangue non autologo, mentre negli emoderivati il sangue di partenza è ovviamente non autologo.
La differenziazione principale ce la dà la legge (ovviamente per il sangue umano) e sta soprattutto nella tecnica di produzione e quindi nel tipo di prodotto.
Il DM 3-3-2005 definisce gli emocomponenti come i “costituenti terapeutici del sangue che possono essere preparati utilizzando mezzi fisici semplici volti ad ottenere la loro separazione”
e definisce il gel piastrinico come un “emocomponente per uso topico di origine autologa o allogenica”.
La Legge 21 Ottobre 2005 n. 219, tra i “prodotti del sangue”, annovera gli emocomponenti e gli emoderivati.
- Gli emocomponenti vengono definiti come i “prodotti ricavati dal frazionamento del sangue con mezzi fisici semplici o con aferesi”;
- gli emoderivati, vengono definiti come i “farmaci plasmaderivati ovvero le specialità medicinali estratte dall’emocomponente plasma, mediante processo di lavorazione industriale”.
Di conseguenza il PRP e il gel piastrinico rientrano pienamente tra gli emocomponenti non trasfusionali.
Le motivazioni per le quali si utilizza il sangue autologo, quindi, sono principalmente di tipo infettivistico (per evitare trasmissione di malattie infettive/infestive da un soggetto ad un altro) ed immunologico (per evitare reazioni immunologiche)
Perché la paraffina come confronto?
Nonostante sia in progetto di utilizzare anche altri medicamenti per porli a confronto con il gel piastrinico, il bendaggio impregnato di paraffina è stato scelto sia perché è un tipo di medicazione che ha ampio utilizzo nella pratica clinica, sia perché queste garze tendenzialmente non aderiscono al tessuto sottostante. Questa è una caratteristica importante per le medicazioni delle piaghe.
Gel piastrinico meglio piaghe recenti o più vecchie?
Le lesioni che hanno avuto maggior beneficio dal trattamento sono state quelle che erano presenti da più di 14 settimane.
Questa, insieme ad altre osservazioni, ha suggerito che l’efficacia del Gel Piastrinico possa essere direttamente correlata al livello di compromissione biologica del tessuto.
Lesioni croniche (più vecchie) hanno uno squilibrio e una carenza di fattori di crescita (GF) e citochine, pertanto sembrano beneficiare maggiormente dei componenti rilasciati dal GEL
Conclusioni dello studio
La conclusione a cui sono arrivati gli autori dello studio è che il gel piastrinico è in grado di ridurre rapidamente l’estensione di una piaga a lenta guarigione come quella creata da un decubito.
Inoltre, è un prodotto biologico semplice da preparare e poco costoso.
Il meccanismo per cui questo avviene non è stato ancora completamente compreso, anche se è risaputo che gli elevati livelli dei fattori di crescita contenuti nel GEL piastrinico sono in grado di stimolare in vario modo i fenomeni riparativi del tessuto.
Infatti, quando applicato localmente, il gel stimola l’attività biologica di formazione di nuove cellule e nuovi vasi sanguigni (mitogenesi e angiogenesi).
In sintesi, i fattori di crescita (GF) sono fondamentali nella regolazione degli eventi coinvolti nella cicatrizzazione, in quanto attraggono nella ferita cellule, stimolano la loro proliferazione e la deposizione di Matrice Extra Cellulare (ECM) (fonte)
Se vuoi avere maggiori informazioni su questo studio, o pensi di aver bisogno di un veterinario che sappia applicare questi trattamenti, contatta lo staff di RegenerAps da qui.
Per consultare l’originale del testo integrale in questo il link.
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- contatta il numero verde 800 230 046.
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